PREFAZIONE
Non pare scontato ribadire in questa sede che si possa trovare il senso attuale delle proprie azioni solo in riferimento alla memoria del passato. Questo testo nasce dall’esigenza di portare agli studenti di osteopatia questa memoria, a partire dal pensiero di A.T. Still e dal suo originale metodo di cura che connotò l’evoluzione di questa medicina tradizionale da fine ‘800 ai giorni nostri.
Ciò nonostante, dall’inizio del libro si può constatare come il riferimento alle fonti, accanto alla fluida evocazione delle idee e delle vicende in chiave storica, trasformi il progetto scolastico in materia universalmente riconoscibile dal profano quanto dal professionista, divenendo nel contempo compendio culturale e motivazione professionale.
Ricordare le origini di un’attività terapeutica con le immagini dell’America dei pionieri può sembrare ingenuo, così come l’oleografia del medico che parla la lingua degli indiani potrebbe evocare più la prosa autobiografica di un racconto di Hemingway che un testo di storia della medicina. Cosi non è, e lo scopriamo subito attraverso la lettura delle consuetudini sanitarie più affini alle superstizioni che alla scienza, in quanto integrate nel contesto storico del tempo. Le intuizioni di Still, elaborate nello stesso periodo, rappresentano invece un lucido esercizio della logica a fronte di un’attenta osservazione della realtà e di una coerente verifica dell’esperienza. La sua saggezza si manifesta nel dubbio e nell’approfondimento. Il valore delle sue scelte si misura nell’attualità delle stesse, divenendo inevitabile monito per le generazioni future. La stessa conoscenza è resa viva dalla disponibilità alla solidarietà e dalla tolleranza.
La forza di quelle intuizioni ha travalicato i pregiudizi, l’egocentrismo e gli interessi commerciali che non hanno mai interrotto di manifestarsi, anche laddove l’etica professionale non dovrebbe consentirne il radicamento. Gli errori degli emuli, delle scuole e delle associazioni hanno avuto corsi e ricorsi storici.
Tuttavia, molti giovani negli ultimi due secoli hanno saputo attualizzare l’osteopatia nei tempi e nei luoghi della cura. Essi hanno saputo osservare e sperimentare, intervenendo sulle funzioni meccaniche del corpo umano, rafforzando il senso delle relazioni causa/effetto nel risolvere e prevenire numerose sofferenze, con costante attitudine sperimentale. Molti di essi hanno affermato l’orgoglio della loro appartenenza nella cooperazione interdisciplinare piuttosto che nell’omologazione. Altri ancora, moderni pionieri, hanno sfidato i benpensanti con la loro ricerca quotidiana, i cui effetti hanno descritto nel tempo il profilo di eccellenti reputazioni professionali.
Questo testo non si limita a riferire la memoria del passato, ma ci consente di alimentare negli studenti, negli operatori e nei pazienti lo stesso interesse per l’osteopatia che riusciamo a intravedere nei volti di quella foto in bianco e nero della classe di Kirksville del settembre 1892.
Luigi CIULLO – Osteopata D.O.
Direttore I.E.M.O. Genova
PREMESSA
L’osteopatia fu ideata e sviluppata negli ultimi decenni dell’Ottocento dal dr. Andrew Taylor Still, il quale la propose come una nuova forma di medicina basata su una filosofia olistica e coadiuvata da trattamenti manipolativi manuali.
Grazie ai successi ottenuti e al crescente numero di pazienti, Still decise di aprire una scuola a Kirksville nel 1892. Da allora l’osteopatia cominciò a diffondersi negli USA e riuscì a ottenere in diversi stati la promulgazione di apposite leggi di regolamentazione professionale.
Nel corso del Novecento i medici osteopatici statunitensi, inizialmente in forte contrapposizione con la medicina ‘regolare’, modificarono il loro percorso formativo rendendolo sempre più simile ai criteri ortodossi; riuscirono tuttavia a conservare un’identità separata e continuarono a crescere di numero, superando le 70.000 unità nel 2011.
Nel Regno Unito, dove l’osteopatia venne insegnata a partire dal 1917, gli iscritti al General Osteopathic Council britannico nel marzo 2013 superavano le 4.500 unità [AOA 2011: 2; GOsC 2013].
I primi osteopati giunsero in Italia dalla Francia nei primi anni ’80 e avviarono i corsi al termine dei quali intorno al 1990 vennero consegnati i primi diplomi. Negli ultimi vent’anni le numerose scuole a tempo pieno e parziale hanno contribuito ad aumentare il numero di professionisti attivi che hanno raggiunto il numero di circa duemila e duecento nel 2010 [Petracca 2010].
Questa piccola guida si pone l’obiettivo di inquadrare alcune delle radici storiche e filosofiche che permisero la nascita della osteopatia e di tracciarne sommariamente l’evoluzione in maniera alquanto aneddotica.
Redatta originariamente come dispensa introduttiva per il corso di storia dell’osteopatia offerto dalla sede genovese dell’Istituto Europeo per la Medicina Osteopatica (IEMO) non ha pretese di completezza e vuole soprattutto fornire spunti e indicazioni bibliografiche per ulteriori approfondimenti.
Proprio a tal fine si è cercato di riportare scrupolosamente le fonti che sono citate tra parentesi quadre, indicando il numero di pagina dopo i due punti. Ove non diversamente specificato, i brani sono stati tradotti liberamente dall’autrice a scopo didattico: per dubbi di interpretazione o precise ricerche filologiche si rimanda ai testi originali.
Per facilitare la consultazione si riporta di seguito uno schema dell’impianto del libro. Maggiori dettagli sono contenuti nel sommario all’inizio dell’opera, nell’indice dei singoli capitoli nonché nell’indice analitico.
Capitolo I
Breve introduzione storica sull’America coloniale, una digressione sul metodismo e brevi accenni ad alcuni dei fermenti di pensiero che probabilmente influirono sulle idee di A.T. Still, tra cui il mesmerismo, la frenologia e lo spiritualismo
Capitolo II
Schematiche informazioni riguardo allo sviluppo della medicina occidentale, all’arte dei conciaossa e alle medicine alternative presenti in Nord America nell’Ottocento.
Capitolo III
Alcune delle vicende vissute dal dr. Andrew Taylor Still, con qualche aneddoto per meglio inquadrarne il carattere. Descrizione della celebre visione del 22 giugno 1874 e notizie circa l’American School of Osteopathy aperta a Kirksville nel 1892.
Capitolo IV
Cenni sullo sviluppo di altre terapie come la chiropratica e sul dibattito interno tra gli osteopati. Principali avvenimenti che caratterizzarono l’evoluzione dell’osteopatia negli Stati Uniti dopo la prima guerra mondiale e introduzione della nuova disciplina in Europa, con qualche dettaglio relativo principalmente alla Gran Bretagna e alla Francia.
Capitolo V
Breve esposizione di alcune delle tecniche osteopatiche più diffuse e delle loro radici storiche.
Capitolo VI
Storia della ricerca in campo osteopatico. Data l’importanza dell’argomento per il futuro della disciplina, contiene qualche accenno alla storia degli studi clinici e la spiegazione di alcuni dei termini più comuni.
Capitolo VII
Vari tentativi di dare una definizione dell’osteopatia: enunciati dei capisaldi e principi filosofici di base.
L’autrice sarà grata a chi vorrà inviare commenti e segnalare imprecisioni o errori al seguente indirizzo: silvia.tuscano@libero.it.
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“Dove c'è vita c'è movimento,
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